L’epoca delle autorizzazioni centralizzate e delle password non è più sostenibile. Il crescente numero di attacchi informatici dimostra quanto sia relativamente facile mettere in ginocchio organizzazioni che si pensa impenetrabili, come, solo per citarne alcune, eBay, Facebook e Yahoo!. Quest’ultimo episodio ha messo a rischio i dati di 3 miliardi di account.
Nel corso del 2019 è stato messo online un database contenente 2,7 miliardi di record, tra i quali 774 milioni di indirizzi email e 21 milioni di password. Dati per lo più non attuali e inutilizzabili ma buoni testimoni della fragilità di un sistema di accesso centralizzato che ormai non regge più il passo con le tecniche utilizzate dai cybercriminali.
La sicurezza infomatica non si estingue con la tutela di password, indirizzi email e numeri di carte di credito. Occorre quindi un approccio dinamico, che protegga le persone e le aziende nelle attività quotidiane, anche quando esse stesse non percepiscono realmente la portata del fenomeno e i rischi connessi alle attività anche più semplici.
Anche le classi manageriali dell’Information Technlology devono essere preparate a questa filosofia. Secondo Rohit-Ghai, presidente di Rsa, «Le aziende devono comprendere che il comparto della cybersecurity deve entrare nei board, perché è vitale per il business. I comparti prettamente tecnologici devono dialogare con i comparti dediti al business propriamente detto, che devono essere attivamente coinvolti nelle scelte relative alla sicurezza.».
Occorre che ogni azienda studi una propria “Strategia di Cyber-Security” e Isab Informatica dispone delle competenze, esperienze e specialisti certificati che possono aiutare il Cliente ad organizzare, integrare e consolidare la difesa dei propri asset aziendali. Analizzando i processi, i flussi operativi e i comportamenti umani, si individuano in collaborazione col Cliente le reali esigenze, si stabiliscono gli obiettivi, le priorità e si propongono soluzioni.
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